3 febbraio 2014
Odeion – Facoltà di Lettere e Filosofia Sapienza Università di Roma
Jean-Luc Fournet, Anatomie d’une bibliothèque de l’Antiquité tardive
Cette communication se propose de faire une présentation synthétique de la bibliothèque qui est l’objet de ce colloque: recension des ouvrages qui la constituaient ; leurs caractéristiques bibliologiques ; le profil des utilisateurs; la provenance. Concernant ce dernier point, qui a fait l’objet de discussions, seront présentés pour la première fois des documents inédits provenant de la reliure d’un P.Bodmer.
Paul Schubert, Les papyrus Bodmer : tentative de délimitation
Les papyrus Bodmer constituent un ensemble d’une complexité extrême : si les codex conservés par la Fondation Bodmer à Cologny forment de toute évidence le noyau central, les circonstances d’acquisition des papyrus font que de nombreux éléments du lot ont été dispersés dans d’autres collections ; la Fondation Bodmer s’est aussi séparée de plusieurs pièces. En outre, certains papyrus présentent un profil atypique par rapport à l’ensemble. Par conséquent, toute tentative de délimitation des papyrus Bodmer oscille entre la recherche d’un dénominateur commun et la reconnaissance d’exceptions qui rendent le tout moins homogène qu’on ne voudrait le croire. Les travaux de James Robinson ont apporté un éclairage intéressant sur la question, mais ne permettent pas de résoudre tous les problèmes. Le bref aperçu d’un fragment inédit tiré d’une reliure ouvrira par ailleurs une nouvelle perspective, celle de la nature des papyrus qui ont servi à fabriquer, parfois en second emploi, les codex Bodmer.
Anne Boud’hors, Cohérence et signification de la composante copte des P.Bodmer
L’hypothèse de Robinson (1990, 2011) que les P. Bodmer (au sens large, c’est-à-dire avec des manuscrits conservés dans d’autres collections) constitueraient les restes d’une bibliothèque pachômienne, continue à buter sur l’absence de certitude concernant leur provenance. Laissant de côté cette discussion, je voudrais réexaminer les données linguistiques (variétés dialectales) fournies par les manuscrits coptes appartenant ou rattachés à cet ensemble, ainsi que leurs caractéristiques textuelles (à la fois la position textuelle des témoins bibliques dans l’histoire des versions coptes et le regroupement de certains textes, bibliques ou non). Cet examen se fera aussi en comparaison avec d’autres manuscrits coptes anciens présentant le même genre de caractéristiques, mais ne se rattachant pas à la même collection.
Paola Buzi, Qualche riflessione sugli aspetti codicologici e titologici dei papiri Bodmer
Tra i molti aspetti che rendono il fondo dei papiri Bodmer di estremo interesse e, al contempo, di estrema complessità vi sono senza dubbio quelli codicologici. Il fondo, che verosimilmente rappresenta una raccolta libraria cresciuta nel tempo, comprende infatti codici papiracei e pergamenacei, fascicoli sciolti, rotoli e – se si accetta l’identificazione “ampia” dei manoscritti riferibili al fondo ad opera di Robinson – persino rotuli, questi ultimi sia papiracei che pergamenacei. Una siffatta varietà di formati e di supporti scrittorî ha, inevitabilmente, una ricaduta sulla struttura dei testi e sulla loro articolazione per mezzo dei titoli.
La biblioteca Bodmer offre dunque una rara opportunità di analisi di prassi scrittorie e librarie in evoluzione, sui cui aspetti più notevoli, soprattutto relativamente ai codici copti, questa comunicazione tenterà di soffermarsi.
Pasquale Orsini, Note paleografiche sulle scritture dei papiri Bodmer Discussione
Da un punto di vista paleografico le scritture (greche e copte) utilizzate nei papiri Bodmer offrono un campo di indagine di grande rilievo sia per la loro collocazione cronologica (III – V secolo d.C.) sia per le diverse tipologie (formali ed informali) documentate. Tuttavia, negli studi dedicati a questi manoscritti (a partire dalle edizioni che si sono susseguite dal 1956) l’approccio paleografico si può definire marginale o accessorio, quasi esclusivamente funzionale alla datazione relativa dei singoli pezzi. Pertanto, in questa relazione – sulla scia di ricerche pubblicate nell’ultimo decennio – si vogliono considerare le manifestazioni grafiche dei papiri Bodmer nel contesto più ampio della storia della scrittura greca (e copta) e della produzione libraria tardoantica.
Gianfranco Agosti, La poesia greca nella Biblioteca Bodmer: aspetti letterari e socioculturali
La comunicazione intende presentare uno status quaestionis della produzione letteraria autonoma presente nella collezione dei papiri Bodmer, esaminandone i modelli letterari e il rapporto con la tradizione epica classica. Lo studio della tecnica compositiva di questi poemi permette una migliore comprensione del livello culturale dell'ambiente che li ha prodotti e del pubblico cui questo tipo di testi era destinato. Si cercherà anche di indagare il possibile Nachleben dei poemi Bodmer nella produzione greca dei secoli IV e V.
Cristiano Berolli, Tracce di ascetismo in P. Bodmer XXXIV
Partendo dall’analisi di alcuni passi di P.Bod. XXXIV in cui sono adombrate tematiche quali la xeniteia ed il rogo di testi sacri, l’intervento ipotizza l’ascetismo siriaco del IV secolo d.C. (l’ambiente dei cosiddetti “Figli e figlie del patto”) come probabile milieu religioso dell’autore dei poemetti del Codice delle Visioni.
Alberto Camplani, I Papyri Bodmer e la dialettica religiosa nell'Egitto tra IV e V sec. d.C.: a proposito di possibili contesti storico-religiosi per alcuni codici greci e copti
Scopo del contributo è in primo luogo quello di discutere alcune delle proposte di contestualizzazione storico-religiosa della “biblioteca” Bodmer (anche quella recente del libro di Robinson), mostrandone la problematicità a fronte dei dati a nostra disposizione e in relazione alle discussioni relative ad altri fondi del IV sec., come quello di Nag Hammadi; in secondo luogo è quello di delineare il profilo intellettuale e religioso che si intravvede dietro al Codex visionum, al Mississipi Copt. Codex I (Crosby Codex = Savery Codex), e ai frammenti di codice contenente l’Ode XI di Salomone, gli Atti di Phileas e l’apocrifa Lettera ai Corinzi di Paolo (P. Bodmer V, VII-IX, X-XII, XX).
Alessandro Bausi, Dalla documentazione papiracea (P. Bodmer XX e P. Chester Beatty XV) alle raccolte agiografiche: la lunga storia degli Atti di Filea (Acta Phileae) in versione etiopica
Ad oltre cinquant’anni dalla pubblicazione della documentazione papiracea bodmeriana degli Atti di Filea (P. Bodmer XX, Apologia di Filea), seguita circa due decenni dopo da quella di un secondo testimone papiraceo (P. Chester Beatty XV, Atti di Filea), la pubblicazione nel 2010 del frammento pergamenaceo di una versione copta (P. Köln 492 = Inv. 20838e) con la datazione del martirio al 305 d.C. ripropone la questione del ruolo, del significato e della corretta interpretazione della testimonianza della versione etiopica, che, resa nota nel 2002, tale datazione al 305 aveva anticipato. Non confinata agli Atti etiopici già editi, se pur sempre largamente ignoti agli studiosi di storia e agiografia del cristianesimo antico, la memoria di Filea nella tradizione etiopica riemerge in altri testi oggetto di studi in corso, tra cui la versione etiopica degli Atti di Pietro di Alessandria e soprattutto la Storia dell’Episcopato di Alessandria.
Discussione conclusiva (oltre ai relatori, interverranno: Guglielmo Cavallo, Lucio Del Corso, Raffaele Luiselli, Tito Orlandi, Joseph Verheyden)